Disprassia
“la disprassia è un disturbo dell’esecuzione di un’azione intenzionale”
Va considerato che lo sviluppo delle abilità prassiche coincide con la nascita dell’intenzione, intesa come capacità da parte di ogni individuo, già in epoca neonatale, di regolare i propri processi cognitivi per organizzare risposte adattive, intendendo quindi la disprassia ossia “Difficoltà a rappresentarsi, programmare
ed eseguire atti motori in serie, finalizzati ad un preciso scopo ed obbiettivo”.
Interessante notare che la disprassia è stata già molti anni fa definita come disturbo dell’integrazione neurosensoriale, in particolare negli aspetti visivi e tattili, interpretabile in tal senso come possibile componente eziologica (Ayres, 1972; Dewey & Kaplan, 1994; Dunn et al, 1986). I bambini disprattici risultano molto sensibili al tatto, alla luce, a rumori intensi e spesso presentano difficoltà alimentari ovvero sono molto selettivi nel tipo di alimentazione.
Si deve inoltre considerare la difficoltà a livello gestuale: gesti transitivi, (uso finalizzato degli oggetti) ed intransitivi, (gesti simbolici). Tale difficoltà è correlata a disturbi dell’organizzazione di movimenti degli arti superiori, delle mani e delle dita. A tali difficoltà spesso si associa deficit della funzionalità dell’apparato fonatorio, oro facciale e deficit della articolazione e coarticolazione che può determinare disprassia verbale, ovvero assenza di linguaggio inteso come produzione verbale.
Le difficoltà gestuali sono spesso correlate a difficoltà nel separare ed utilizzare adeguatamente le dita delle mani. Già nel primo anno di vita si possono notare difficoltà nelle prensione e deficit dei movimenti delle mani e delle dita. E’ inoltre presente nella maggioranza dei casi ipotonia degli arti superiori, che risulta particolarmente marcata a questo livello, rispetto all’ipotonia generalizzata e degli arti inferiori.
Spesso sono associati disturbi percettivi e visuospaziali, problemi di attenzione e di comportamento, ed anche problemi di apprendimento.
Segnali ed indicatori di rischio
Primo anno di vita
Tratti fisici e comportamentali
- E’ facilmente irritabile e non consolabile
- Difficoltà di suzione e alimentazione
- Problemi di sonno
- Difficoltà nei cambi di posizione
- Difficoltà di sguardo e di oculomozione
- Difficolta’ e/o ritardo nella prensione
- Difficoltà ad afferrare piccoli oggetti con uso di presa palmare e non a pinza
Tratti linguistici
- Inizio ritardato o assenza della lallazione e poi del babbling
- Non uso di gesti
- Assenza di segnale di produzione verbale
Tratti prassico-motori
- Tappe evolutive psicomotorie ritardate (gattonare, stare seduto, mettersi in piedi, deambulare in modo autonomo)
Tratti sociali e ludici
- Scarsa o assenza di manipolazione di oggetti
- Breve interesse per gli oggetti
Età prescolare
Tratti fisici e comportamentali
- È in continuo movimento
- Ha necessità di tempi lunghi per svolgere un qualsiasi compito e rinuncia se trova qualche difficoltà
- Ha tempi brevi di attenzione (2 – 3 minuti)
- Ha difficoltà ad addormentarsi o il sonno è agitato
Tratti linguistici e sociali
- Produce suoni isolati, ma non parole
- Difficoltà ad articolare le parole
- A due anni produce meno di 50 parole
- Non segue i ritmi
- Non usa coordinare i gesti al ritmo di una canzone
- Confonde termini che indicano relazioni temporali
- Ha difficoltà di socializzazione
- Ha un repertorio limitato di gesti
Tratti prassico-motori
- Sale e scende le scale solo con aiuto ed ha difficoltà a scendere o saltare un gradino
- Viene ancora imboccato o usa le dita
- Non riesce a stare su un solo piede
- Ha braccia rigide o cadenti lungo i fianchi quando cammina
- Ha difficoltà a stare in equilibrio sulle punte dei piedi
- Disegna a livello di scarabocchi
- Non riesce a usare le forbici
Tratti ludici
- Non usa il triciclo e lo utilizza spingendolo da dietro, non riesce a pedalare
- Non fa giochi di costruzione
- Ha difficoltà nell’infilare chiodini nei buchi
- Ha problemi nell’afferrare e manipolare oggetti
- Ha problemi nei travasi di acqua fa pasticci
- Non presenta sequenze di gioco simbolico oppure sono limitate
- Evita e non ama fare puzzle
Età scolare
Facile distraibilità e tempi di attenzione molto brevi: questi bambini fanno fatica a seguire le spiegazioni dell’insegnante e a mantenere l’attenzione costante per un tempo prolungato e necessario allo svolgimento di un intero compito.
Presentano:
- Difficoltà di apprendimento ed in particolare disgrafia
- Difficoltà nell’esecuzione di compiti scolastici in classe, che migliorano in un rapporto individuale
- Lentezza esecutiva
- Difficoltà in matematica e nell’elaborazione scritta di storie strutturate
- Difficoltà di copiatura dalla lavagna
- Difficoltà di tipo grafo motorio e nel disegno
- Nel primo ciclo elementare ancora la dominanza non è acquisita
Va sottolineata l’importanza della diagnosi tempestiva ai fini dell’intervento terapeutico per il recupero delle funzioni adattive del bambino nelle diverse fasce di età.
(Da AIDEE-Associazione italiana disprassia età evolutiva)