L’importanza del parent training nel trattamento dell’autismo
La nascita di un figlio con disabilità è un momento particolarmente delicato che comporta la ridefinizione dell’assetto familiare e ha i sui genitori delle inevitabili ripercussioni psicologiche, emotive e sociali. Questo accadimento eccezionale, sin dal momento della comunicazione della diagnosi, richiede ai genitori nozioni e abilità in grado di sostenerli nell’affrontare la nuova situazione, ma anche nel contenere ed elaborare la sofferenza della perdita del figlio “perfetto” e accettare nel nucleo familiare l’entrata del figlio “disabile” (Zanobini et al., 2002).
La cura e la crescita di un bambino con disabilità impone l’acquisizione di specifiche e particolari competenze necessarie alla comprensione dei bisogni del figlio, utili per evitare involontari errori educativi che potrebbero, da una parte, rinforzare alcuni comportamenti problema e , dall’altra, generare nei genitori sentimenti di inadeguatezza e frustrazione. Le difficoltà sia pratico-gestionali, sia psicologiche legate all’elaborazione della diversità, alla difficoltà di definire aspettative circa il futuro, possono in breve tempo mettere in crisi la coppia genitoriale.
Negli anni la sensibilità verso le necessità concrete presenti nel quotidiano di queste famiglie è senz’altro aumentata; non si può tuttavia ignorare che gran parte delle famiglie che si trova nella necessità di avvalersi dei servizi socio-sanitari si dichiara molto insoddisfatta del tipo di supporto ricevuto (Soresi, 2007).
Attualmente, la formazione dei genitori sulle competenze educative più funzionali per affrontare le problematiche dei figli è considerata un efficace metodo di intervento. La formazione dei genitori non può comunque limitarsi all’acquisizione di adeguate competenze psicoeducative. La forza del parent training deve andare ben oltre: è altrettanto importante prendere in considerazione lo stato emotivo del singolo, della coppia, i sentimenti dei vari membri della famiglia, la percezione del figlio. Lo psicologo e i genitori devono individuare i fattori protettivi che permettono alla famiglia di non soccombere nel gravoso compito di cura del figlio disabile. Il genitore va sostenuto e incoraggiato a prendersi cura di sé stesso, a non rinunciare ai propri spazi, ai propri interessi e alle amicizie, a superare i sensi di colpa e le paure.